Lo scorso 8 luglio Papa Francesco, come riportato sull’ultimo numero del Corriere, ha autorizzato la “venerabilità”, ultimo passo prima della beatificazione, di Suor Carlotta Fontana, cofondatrice e prima Superiora della Congregazione delle Povere Figlie di San Gaetano.
Ne abbiamo parlato con Suor Teresa Ponsi, di origine lagnaschese, dove fu consacrata nel 1983 con il nome di Suor Maria Carla, attuale Madre Superiora della Congregazione (che guida da otto anni), raggiunta mentre si dedica agli Esercizi Spirituali Estivi con le sue consorelle.
Chi era Carlotta Fontana?
«Per noi è una figura fondamentale: è la prima suora di San Gaetano, è la giovane che ha dato forma all'intuizione del Fondatore, il Beato Giovanni Maria Boccardo, è la prima Madre Generale e continua ad essere la nostra Madre alla quale ci rivolgiamo per chiedere aiuto, il nostro riferimento per vivere il dono dell'appartenenza a questa famiglia religiosa. Nata a Pancalieri l'11 gennaio 1870 da Andrea Fontana, contadino, e da Margherita Colombano, casalinga, era l'ultima di nove figli. Di carattere mite, allegra, semplice, entusiasta, sapeva portare gioia e bontà in mezzo alla sua famiglia, tanto che il papà soleva dire “Tu mi porti il sole!”. Come tutte le giovanette dell'epoca, dopo le scuole elementari, imparò il cucito e divenne abile sarta. La svolta della sua vita fu data dall'ingresso del nuovo Parroco in Pancalieri, don Giovanni M. Boccardo, che fu per il paese “il Pastore con l'odore delle pecore” come dice Papa Francesco. Don Boccardo, esperto di direzione spirituale, convinto che i giovani hanno delle potenzialità straordinarie e di generosità, si prese cura della gioventù pancalierese per guidarla alle vette di una vita cristiana solida e intensa. Carlotta, alla sua scuola e alla sua guida, depose il grande desiderio di amore per il Signore, il fascino straordinario che sentiva verso Gesù, e don Boccardo la guidò con saggezza e con determinazione».
Quale ruolo ebbe con lei il fondatore, il Beato Giovanni Maria Boccardo?
«Fu fondamentale per la giovane Carlotta: per lei, fu Padre Spirituale, guida, sostegno all'inizio della fondazione. Dopo aver compreso a quali altezze il Signore chiamava la giovanetta, non ebbe paura di condurla sull'ardua strada di una vita totalmente donata a Dio e ai fratelli. Era esigente e paterno allo stesso tempo, perché sapeva che l'amore vero è esigente e chiede tutto. Quando nel 1884 scoppiò l'epidemia di colera nel paese, il parroco Don Boccardo fu di esempio per il suo intervento e per la cura verso le persone più povere. Coinvolse la gioventù pancalierese, e ad alcuni giovani chiese l'eroismo; Carlotta, innamorata di Dio, non esitò a donare tutta se stessa per soccorrere i poveri, i bambini rimasti orfani, cui si dedicò con un amore straordinario sotto la guida saggia del Parroco; “Nel volto del povero, il volto di Cristo” diceva il fondatore. L'amore deve concretizzarsi in un umile servizio, fatto con signorilità perché è un servizio fatto a Dio stesso. Un bicchier d'acqua dato a un povero doveva essere servito su un vassoio, perché lì c'è la carne di Cristo che soffre. Sotto questa guida, Carlotta diede spazio a tutte le energie migliori per amare l'umanità con lo stesso cuore di Cristo».
Che cosa significa per la vostra Congregazione questo passaggio nel processo di beatificazione?
«Per la Congregazione, il fatto che la Chiesa riconosca il cammino di santità della nostra Madre Gaetana è un motivo di grande gioia. Siamo felici davvero perché conferma la validità di un percorso sicuro e aggiunge al nostro Fondatore e al fratello beato Luigi, la terza gemma che risplende nella Chiesa».
Dove sono attualmente attive le Povere Figlie di San Gaetano?
«Attualmente, noi Povere figlie di San Gaetano, siamo presenti oltre che in Italia, in Brasile, in Ecuador, in Africa in Togo, con una prossima apertura in Sri Lanka. Io sono molto felice di essere una suora di San Gaetano, una comunità che vive nell'umiltà e che cerca di comunicare il cuore di Dio nella semplicità».
Dove sono concentrate attualmente le vocazioni?
«Anche per noi, le vocazioni sono concentrate maggiormente nelle missioni, ma siamo convinte che anche l'Italia, dopo il periodo di crisi, avrà una bella ripresa, perché Dio continua a chiamare anche oggi».
Qual è la causa principale della crisi di vocazioni?
«Le vocazioni oggi, secondo noi, non sono in calo; sono in calo alcune forme. I giovani cercano autenticità, e quando trovano una serietà di vita sanno buttarsi con generosità. Dio non lascerà mai mancare i suoi profeti all'umanità, perché Lui ama il suo popolo e se ne prende cura secondo le necessità dei tempi».
oscar fiore