LAGNASCO – Dalla scorsa settimana sono ufficialmente cittadini italiani: Kole Pera e la moglie Lizabeta hanno giurato fedeltà alla Costituzione Italiana in Comune di fronte al sindaco Ernesto Testa e possono così considerarsi a tutti gli effetti cittadini italiani.
Il Decreto del Presidente della Repubblica, che chiudeva un lungo iter durato quasi cinque anni, era giunto con il tramite del Prefetto ad inizio giugno ed il Sindaco aveva annunciato la notizia durante la cerimonia civile della Festa di Santa Maria (nella foto).
Si tratta dei primi cittadini albanesi, che furono anche tra i primi a stabilirsi in paese, che hanno ottenuto la cittadinanza ai sensi della legge 91 del 1992, per la quale è necessario possedere determinati requisiti, tra i quali la residenza in Italia da almeno dieci anni e l’integrazione nel tessuto sociale.
«Sono veramente felice per la cittadinanza italiana, che include anche mio figlio minorenne – ci dice Kole, che tutti qui conoscono come Nicola – ma soprattutto sono felice per la convivenza con i lagnaschesi, per come ci hanno accolto e per quello che ci hanno dato».
Kole, la moglie ed il figlio maggiore (che all’epoca aveva 4 anni) erano giunti in Italia nell’aprile del 1996 come tanti loro connazionali, su un gommone sbarcato a Brindisi. Una conoscenza a Saluzzo li portò dalle nostre parti, attirati da un lavoro nella raccolta della frutta; dopo i primi tempi difficili, nel casello della stazione ferroviaria ormai in disuso, grazie ad un benefattore arrivò la prima sistemazione in una casa di fianco alla Parrocchia.
Era l’aprile del 1997 quando il Corriere entrò in quella loro casa, che condividevano con la famiglia del cognato, per vedere l’immigrazione massiccia di quegli anni con gli occhi degli emigranti in cerca di fortuna: “Vorremmo sistemarci qui, lavorare ed integrarci con la gente di Lagnasco. Non possiamo tornare in Albania perché ci sono tanti problemi, primo fra tutti la mancanza di lavoro”, ci aveva detto, tra le altre cose, proprio Nicola nell’intervista di 17 anni fa.
Un destino non lasciato al caso, ma pilotato con fatica, lavoro, caparbietà e forza di volontà verso quell’obiettivo, che lo vede ora indiscusso protagonista come imprenditore nel settore edile e perfettamente integrato con la sua famiglia, la moglie e due figli ormai adulti, nel tessuto sociale lagnaschese.
«Non smetterò mai di ringraziare la gente di Lagnasco, da quella prima accoglienza nel casello ferroviario, con gli aiuti che ricevemmo da molta gente, primi fra tutti il compianto parroco Don Gianni e l’allora sindaco Persico, fino alla possibilità che ci hanno dato, e ci danno ogni giorno, affidandoci piccoli e grandi lavori, facendoci così sentire in modo concreto la loro fiducia. Proprio il lavoro ci ha permesso, pur tra mille difficoltà, di costruirci una casa e di crescere la famiglia in modo dignitoso. Anche per questo sono felice e orgoglioso, con mia moglie e mio figlio e spero presto anche l’altro figlio già maggiorenne, di essere ora cittadino italiano».
Sono una decina i cittadini di origine albanese residenti a Lagnasco che hanno già avviato la pratica per il riconoscimento della nazionalità italiana; quella albanese è la comunità straniera più numerosa in paese (127 persone su 198 stranieri totali alla fine del 2013) composta in prevalenza da famiglie ben integrate nel tessuto sociale.
oscar fiore