LAGNASCO – Un secolo di vita dimostrando la vitalità di un arzillo settantenne: Giovanni Capellino è tornato nella sua Lagnasco domenica scorsa per la festa dei suoi 100 anni organizzata su iniziativa dell’amministrazione comunale in collaborazione con la famiglia.
Oltre un centinaio di persone ha voluto salutare e fare gli auguri a Giuanin Caplin nel Salone di via Tapparelli; a fare gli onori di casa il sindaco Ernesto Testa e il parroco Don Giovanni Barbero, tra gli ospiti il sindaco di Venasca Silvano Dovetta, paese in cui Giovanni risiede da un paio d’anni vicino al figlio Guido, il consigliere regionale Tullio Ponso, anche in veste di parente del festeggiato, il Col. Giovanni Greco, in rappresentanza degli ex combattenti, i famigliari (tra cui il fratello Gaudenzio), la numerosa parentela e molti lagnaschesi.
Una festa semplice e toccante per il traguardo delle tre cifre, che in paese non si ricorda a memoria d’uomo. «Giovanni è nato il 12 gennaio 1914, era un lunedì mattina presto e per uno con la sua vitalità non poteva essere altrimenti» ha esordito il sindaco Testa; caratteristica rimarcata poi anche dal suo collega di Venasca, Dovetta: «Ancora adesso lo si vede ogni giorno pulire il marciapiedi di fronte a casa sua: un grande esempio per i giovani. Un centenario che ha passato epoche difficili, che ha vissuto quei valori che purtroppo oggi mancano».
Nei vari interventi, sono emerse anche simpaticamente le caratteristiche di Giovanni e qualche aneddoto della sua lunga vita: dall’attività di tabaccaio in paese (dal 1944 agli anni ’70) alla parentesi militare nella seconda guerra mondiale, dalla sua meticolosità sui conti fino alle discussioni nelle partite a carte, abitudini che Giovanni mantiene tutt’ora.
Nessun segreto per la sua longevità, una vita regolare contraddistinta dal lavoro e dagli affetti. L’intervento più toccante è stato quello del figlio Guido (anche a nome del fratello Ezio) con l’emozionato ricordo dell’altro fratello Mario, vittima di un incidente stradale in giovane età, e della mamma, recentemente scomparsa; ha paragonato la vita ad un treno con l’invito a suo padre a viaggiare dritto e spedito, senza deragliare mai.
Giovanni, dal canto suo, è rimasto colpito e quasi stupito da tanto affetto, ha stretto mani e baciato tutti i presenti, prima di spegnere la candelina dei suoi 100 anni… con la vitalità di un arzillo settantenne. o. f.