È entrata nel vivo questa settimana in tutto il saluzzese la campagna di raccolta di pesche e nettarine.
Un avvio in ritardo di 14/15 giorni rispetto al solito, dovuto alle condizioni climatiche primaverili, con temperature sotto la media e piogge abbondanti. Un fatto che potrebbe però avvantaggiare il ritorno economico per i frutticoltori, in considerazione del fatto che si eviterebbero sovrapposizioni di produzione con altre regioni frutticole italiane e con i concorrenti europei. Le condizioni favorevoli di mercato potrebbero essere accentuate da quantità inferiori alla media, fermo restando le condizioni climatiche che condizionano i consumi, soprattutto negli stati del Nord Europa, principali consumatori della frutta estiva prodotta nel nostro areale. Elementi che hanno permesso una partenza positiva per il mercato, soprattutto in considerazione delle ultime deludenti campagne.
Si respira pertanto un cauto ottimismo tra i frutticoltori, nonostante i timori per un’inversione di tendenza nelle prossime settimane: «Il mercato delle pesche è normalmente molto fluttuante – commenta il presidente di Asprofrut, Domenico Sacchetto – e l’euforia iniziale è già stata sopita la scorsa settimana con un calo dei prezzi sul prodotto in partenza dai magazzini. C’è una produzione buona, inferiore alla media, ed un calo produttivo sui mercati che lascia sperare in una discreta tenuta dei prezzi, che al momento sono comunque superiori a quelli dell’anno scorso».
«Il contesto generale dei consumi è depresso a causa della crisi – dice Domenico Paschetta, presidente di Ortofruit Italia e Confcooperative Piemonte – ma c’è un sostanziale calo di produzione a livello generale dovuto alle condizioni climatiche della scorsa primavera, che lascia ben sperare sulla tenuta dei prezzi. Il clima estivo condizionerà invece i consumi, in quanto è assodato che il caldo favorisce quelli di frutta e verdura. Siamo ottimisti, ma anche realisti: dieci anni fa quando una campagna partiva bene, normalmente finiva con un bilancio positivo, nel nuovo contesto del mercato globale purtroppo non è così scontato».
«Sento tanta euforia ed è senz’altro positiva – commenta il presidente della Lagnasco Frutta, Aurelio Gastaldi – ma non dimentichiamoci che si tratta di un andamento appena normale, il minimo per coprire le spese di produzione. Forse la cosa è dovuta ai risultati degli ultimi anni».
«Attualmente c’è un sostanziale equilibrio tra domanda ed offerta, che garantisce una buona tenuta dei prezzi – conferma il direttore della Lagnasco Group, Giuseppe Termanini – ci sono tutti i prodromi perché ciò si confermi durante tutta la campagna, ma non dimentichiamoci le numerosi variabili, prima fra tutte quelle dei consumi, dovuti alla crisi economica oppure al clima. La nostra produzione ha buone caratteristiche di pezzatura e salubrità, un quantitativo leggermente inferiore alla media, un ritardo produttivo che dovrebbe evitare accavallamenti tra le varietà in raccolta, ma un mercato di commercializzazione così “breve” può cambiare da un giorno all’altro».
A livello nazionale, la produzione di pesche e nettarine dovrebbe attestarsi a circa 1,5 milioni di tonnellate, circa il 7% in meno dell’anno scorso; in provincia di Cuneo si prevedono 2 milioni di quintali, con un leggero incremento rispetto alla disastrosa annata 2012 (che aveva fatto i conti con il gelo invernale), ma con un calo rispetto alla media produttiva.
«Il ritardo delle produzioni piemontesi – fanno sapere dall’osservatorio frutticolo regionale – così come rilevato dal CSO, ha evitato l’accavallamento che, normalmente ad inizio luglio, provocava un crollo dei prezzi. Fino ad ora i prezzi sono più alti rispetto alle ultime campagne e la tenuta, a questo punto, dipenderà quasi unicamente dalle condizioni climatiche del nord Europa, sperando nel caldo almeno fino alla prima decade di settembre».
Nessuno si sbilancia sulle cifre, nel delicato equilibrio tra commercianti e produttori e non ci sono ancora cifre ufficiali diramate dal CSO, dall’Osservatorio Regionale o dalla Camera di Commercio; gli unici dati vengono dalle quotazioni ai Mercati Generali di Torino, dove un chilo di nettarine pronto alla vendita viene pagato all’ingrosso da 0,75 ad 1,60, con differenze per calibri e varietà, mentre le pesche variano da 1 euro ad 1 euro e 55 cent.