LAGNASCO – Non ha tradito le aspettative la “lectio magistralis” tenuta da Philippe Daverio nel tardo pomeriggio di lunedì nei Castelli Tapparelli;
la sala a doppia altezza, solitamente utilizzata per le conferenze, ha faticato ad ospitare i numerosi convenuti.
L’estroso critico d’arte, giornalista, docente universitario, noto al grande pubblico anche per essere un appezzato conduttore televisivo (sua la trasmissione di Rai 5 “Passepartout”), ha intrattenuto i presenti dando prova delle proprie qualità oratorie, esponendo “a braccio” ed in modo semplice tematiche storiche e culturali ed accostamenti artistici tutt’altro che banali.
Invitato da Sergio Anelli a visitare la mostra permanente di arte contemporanea “Firme da collezione”, che vanta capolavori di Maestri del calibro di De Chirico, Guttuso, Carrà e decine di altri pittori e scultori che hanno fatto la storia dell’arte degli ultimi due secoli, Daverio si è complimentato con i curatori, evitando però ridondanze reverenziali.
«Non vi parlerò della mostra – è stato il suo inizio – quella basta vederla. Mi preme invece capire come mai questo Castello ospita delle Grottesche che sono una delle più elevate espressioni pittoriche della seconda metà del ‘500».
Con la verve che lo caratterizza, ha quindi ricostruito i legami storici di quegli anni, l’influenza dell’area mantovana, che nel 1535 inglobò il Ducato del Monferrato, e quella della cultura d’oltralpe (che Philippe conosce bene anche in virtù della sua origine italo-francese) di cui il Marchesato di Saluzzo ne era parte integrante.
Con estrema padronanza della materia, che le permettono azzeccate intromissioni umoristiche che rendono la “lezione” più accattivante, trova il legame delle influenze francesi in alcune espressioni artistiche di Saluzzo e del Castello della Manta.
Fare sistema con il territorio, questa la direzione che va intrapresa, per affrontare poi il tema più difficile: cosa farne di questi tesori storici, ora che i trasferimenti dallo Stato sono stati tagliati e le Fondazioni Bancarie hanno investito più nell’alta finanza che sul territorio ed i Comuni devono scegliere tra mantenere i servizi ad anziani e bambini o valorizzare i Castelli.
Intanto sarebbe già interessante far conoscere queste bellezze: «In giro non lo sanno cosa c’è in questo Castello, sempre che non sia un segreto che vogliate tenere per voi!» ha detto Daverio, confermando la sua vocazione positivamente provocatoria. o. f.
LAGNASCO – Da Mozart a Rossini, fino alla Traviata di Verdi con il gran finale corale del Brindisi “Libiam”: i sette allievi del Masterclass di canto lirico, svoltosi la scorsa settimana nei Castelli Tapparelli nell’ambito della manifestazione “La Santità Sconosciuta”, hanno deliziato i presenti con le proprie doti canore nella serata conclusiva di giovedì scorso.
Johannes Hanel, Andrea Alberto Del Conte, Stefano Arnaudo, Cathrin Cythil, Gabriele Donati, Maria Ermolaeva ed Eugenia Braynova, questi i nomi dei sette selezionati allievi (provenienti da diversi Paesi europei, tra cui era di casa il verzuolese Arnaudo) che hanno avuto l’onore di perfezionare la propria preparazione lirica grazie ai suggerimenti della mezzosoprano Fiorenza Cossotto.
Il concerto è stato un crescendo di emozioni, grazie anche alla suggestiva cornice in cui si è svolto, con un singolo pezzo per ogni artista accompagnato al pianoforte dal maestro Diego Mingolla.
D’effetto la conclusione corale, partecipata nel bis anche da Natascia Chiarlo, l’artista che con il fratello Ivan ha ideato la manifestazione, e dalla stessa Fiorenza Cossotto, che si è detta felice del suo ritorno al Castello di Lagnasco dopo l’analoga esperienza dello scorso anno.
o. f.