LAGNASCO – La Residenza per anziani “Don Eandi” pone le basi per il proprio consolidamento, in virtù della recente convenzione di gestione trentennale che il Comune ha affidato alla Dolmen, che si è impegnata ad un importante investimento per l’ampliamento della struttura.
La Cooperativa ed Impresa Sociale è nata nel maggio del 2010, ha la sua sede a Saluzzo, fa parte del Consorzio “Nuovi Orizzonti” che gestisce la Residenza “Don Eandi” fin dalla sua inaugurazione, il 4 ottobre 2003, e si pone l’obiettivo di creare economie di scala integrando la gestione di più strutture per i servizi agli anziani: oltre a Lagnasco (dov’è subentrata alla gestione nel settembre 2010), la Dolmen si occupa delle case per anziani di Racconigi, Venasca e Peveragno.
«La scommessa di Dolmen è il lavoro territoriale – commenta il presidente, Marco Cappelli – per avere quella capacità imprenditoriale che permetta di rendere sostenibile l’investimento per il gestore e le rette per l’utenza privata».
Una sinergia territoriale confermata dalla direzione della struttura, affidata dallo scorso aprile a Maria Maddalena Lanfranco, che si occupa anche di dirigere la casa di riposo di Venasca: «Dolmen è nata per il mantenimento ed il miglioramento della qualità del servizio agli anziani con la gestione di case multiple, che permetta una sostenibilità economica e finanziaria».
La struttura di via Roma è in grado attualmente di ospitare 32 anziani, di cui 10 posti RAF per anziani non autosufficienti convenzionati con l’ASL. Una parte era nata come Residenza Assistenziale Alberghiera, con mini alloggi che permettessero una certa autosufficienza degli ospiti. «Negli anni la realtà dei mini alloggi è stata superata – ci fa sapere la direttrice – gli ospiti sono più propensi ad utilizzare i servizi collettivi e quindi gli spazi sono stati rivisti in base alle esigenze». Motivo che aveva già portato, negli anni scorsi, ad un incremento dei posti disponibili, ancora però insufficienti a coprire i costi fissi di gestione.
Vi lavorano attualmente 9 operatrici per l’assistenza alla persona (Oss), 4 persone (di cui una part-time) per i servizi generali, oltre a fisioterapista, animatore, psicologo ed infermiera che prestano con regolarità la propria opera. «La struttura è piccola, ha una dimensione famigliare, un gioiellino in cui nulla è istituzionalizzato e dove il contatto umano è l’elemento principale – aggiunge la dottoressa Lanfranco - dobbiamo riuscire a creare economie di scala senza perdere la qualità del servizio che stiamo offrendo».
Una struttura troppo piccola per “stare sul mercato”, che si sta quindi rafforzando facendo rete con il territorio ed avviando un progetto di ampliamento, con la sopraelevazione dell’immobile per l’incremento di 10 posti di Residenza Assistenziale per anziani autosufficienti. Un investimento di circa 700 mila euro, che dovrebbe essere avviato nel 2013 e concluso entro il 2014, in un periodo di crisi generalizzata che non ha risparmiato la sanità e le relative convenzioni, con anziani spesso impossibilitati a far fronte alle rette delle case di riposo.
«Per far fronte alla crisi – ci dice Maria Maddalena Lanfranco – vanno ottimizzati i costi, tagliando il superfluo senza perdere in qualità e incrementando i posti a parità di costi fissi, che è quello che ha intenzione di fare Dolmen. Serve poi la capacità imprenditoriale di ottenere finanziamenti da terzi per l’attuazione di determinati progetti, con l’obiettivo di ridurre eventualmente le rette di degenza per gli ospiti».
Proprio in questa direzione sembra andare una delle prime proposte che la neonata Commissione di Controllo farà al Comune, che già corrisponde un contributo per il pagamento delle rette ai lagnaschesi indigenti. «Stiamo ragionando per una rimodulazione delle rette, che sono peraltro in linea con le strutture delle medesime dimensioni – conferma il vicesindaco Marco Gallesio – per renderle accettabili per gli utenti e congrue per la sostenibilità dei costi del gestore, così come cercheremo di rendere organizzato il volontariato che già opera o che vorrà operare all’interno della struttura».
«La sinergia con il territorio, con il Comune, il volontariato, il commercio locale, sono elementi importantissimi per la sostenibilità della Residenza e per la vivibilità dei suoi ospiti – conclude la direttrice – che sono persone e che non devono sentirsi emarginati solo perché i servizi sociali devono fare i conti con i tagli di risorse; persone che devono sentirsi come a casa propria e non come fossero in ospedale».