Si conclude in questi giorni nei frutteti del saluzzese la lunga campagna di raccolta iniziata a giugno con le albicocche e le varietà precoci di pesche e nettarine e che si sta chiudendo con i kiwi, appena in tempo prima dell’irrigidimento delle temperature notturne.
Proprio il clima anomalo di tutta la stagione, ne ha condizionato il corretto andament il caldo eccessivo di aprile ha provocato un anticipo della stagione, con il noto accavallamento con le produzioni di altre realtà frutticole europee, il freddo e le piogge di luglio hanno condizionato i consumi ed il caldo superiore alle medie di fine agosto ha compromesso la qualità delle mele. Quasi scontato, quindi, il commento negativo degli operatori del settore, anche se c’è spazio per un cauto ottimismo per mele e kiwi, la cui stagione di commercializzazione, appena avviata, si protrae nei mesi invernali e sul cui andamento è pertanto prematuro fare previsioni attendibili.
Queste le indicazioni che emergono dall’analisi effettuata dai presidenti delle tre Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli Piemontesi, tutte con il loro epicentro operativo nel saluzzese. «Per quanto riguarda la frutta estiva non c’è più molto da aggiungere – commenta il presidente dell’Asprofrut, Domenico Sacchetto – con un prodotto che, per via del breve periodo di commercializzazione, è stato venduto al di sotto del costo di produzione. Per le mele il mercato sembra stia rispondendo, almeno in questa fase iniziale, in modo abbastanza brillante, in particolare per le Gala. Per i kiwi, dalle prime indicazioni pare non ci sia tutta quella sovrapproduzione che ci indicavano le previsioni, forse per una resa inferiore, e ciò lascia ben sperare per il proseguio della campagna che, pur essendo partita con prezzi inferiori allo scorso anno, potrebbe riservare qualche soddisfazione ai produttori».
«L’elemento negativo dell’intera stagione è stato sicuramente il clima, che ha condizionato tutte le produzioni frutticole della nostra zona – dice il presidente di Ortofruit Italia, Domenico Paschetta – unitamente ad un accavallamento ed un eccesso produttivo, ulteriormente condizionato in negativo dalla congiuntura di crisi internazionale che stiamo vivendo, che ha inevitabilmente provocato un calo generalizzato dei consumi. In questo contesto la stagione delle pesche è stata decisamente negativa, per le mele c’è una produzione abbondante, ma è presto per fare previsioni di mercato attendibili. Sui kiwi, fatto salvo chi si è vista distrutta la produzione dalla violenta grandinata di fine giugno e chi è stato colpito dalla batteriosi, in generale la qualità è buona e non ci saranno pertanto problemi di conservazione. La produzione a livello nazionale non è straordinaria in fatto di quantità, ma solo leggermente superiore alla media, anche per questo possiamo essere fiduciosi».
Situazione analoga anche in Lagnasco Group, come ci conferma il presidente Giovanni Ghigo «Tralasciando il bilancio disastroso delle pesche, quest’avvio di stagione commerciale di mele e kiwi, pur con prezzi mediamente inferiori del 10% rispetto allo scorso anno, ci lascia ben sperare. Il problema principale sulla mela rossa è legato alle scottature: troppo caldo a fine agosto e poca escursione termica tra il giorno e la notte a favorire la colorazione. C’è comunque una richiesta interessante per le mele rosse, sia estive, sia autunnali, non dall’Europa per la forte offerta interna, ma principalmente da Medio Oriente ed Oltremare, dove esportiamo l’80% della nostra produzione. Sulle mele Golden, di cui abbiamo appena finito il ritiro e che registrano una crescita del 5%, c’è richiesta dalla Russia e dai Paesi dell’est. Sui kiwi, la cui raccolta è ancora da ultimare, riponiamo buone speranze: la produzione nella nostra zona è superiore del 20% rispetto all’anno scorso, la qualità è buona e non dovrebbero esserci problemi di conservazione. C’è richiesta da Canada, Brasile e Stati Uniti, e pur in calo rispetto al passato il mercato non è così pesante com’è stato per le pesche. Ci attendiamo inoltre che da gennaio la situazione potrebbe migliorare, senza la concorrenza della Nuova Zelanda e del prodotto che i greci stanno svendendo».