TORINO – I nuovi vincoli di carattere ambientale e paesaggistico che la Regione vorrebbe porre sui tenimenti dell’ex Ordine Mauriziano, non piacciono ai sindaci dei comuni interessati.
Giovedì scorso, con la mediazione dell’assessore regionale all’agricoltura, si è svolto un incontro tra i funzionari ed il Direttore del settore regionale “Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia”, l’ing. Livio Dezzani, ed i rappresentanti di dieci comuni della provincia di Cune Lagnasco, Revello, Scarnafigi, Savigliano, Saluzzo, Villanova Solaro, Cardè, Torre San Giorgio, Envie e Barge. La “Proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio” per beni quali Staffarda, la Fornaca e la Grangia, imporrebbe nuovi vincoli su aree già allo stato attuale fortemente condizionate da simili obblighi. «Saputo dello studio – commenta l’assessore regionale Claudio Sacchetto - i dieci Comuni mi hanno segnalato i nuovi ostacoli vincolanti che tale proposta porterebbe in caso di attuazione. L’area interessata è già ampiamente tutelata, sovrapporre un nuovo regolamento frenerebbe soltanto la normale vita amministrativa».
Il confronto, organizzato dall’assessore all’agricoltura in collaborazione con l’assessore alla programmazione territoriale Ugo Cavallera, dopo un’ora di dibattito durante il quale i sindaci hanno esposto la propria contrarietà ad ulteriori vincoli e obblighi, si è risolto con la concessione di trenta giorni di tempo (fino al prossimo 31 luglio) per presentare alla Regione le richieste, le osservazioni e le modifiche ritenute opportune da ogni singola amministrazione comunale, oltre ad un documento congiunto con le istanze dell’intero territorio per evitare di aggiungere un nuovo freno alle quotidiane operazioni amministrative. «Le Amministrazioni comunali non hanno bisogno di norme e leggi per tutelare il proprio territorio – conclude l’assessore Claudio Sacchetto - con costanza e passione in questi anni hanno dimostrato di lavorare bene proteggendo con interventi concreti le aree storicamente, tradizionalmente e ecologicamente più delicate, attraverso appositi accorgimenti nella stesura dei piani regolatori». o. f.